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mercoledì 10 marzo 2010

Sargon, il re della battaglia


La millenaria storia mesopotamica ha visto sorgere, regnare e cadere un numero pressoché incalcolabile di sovrani, piccoli e grandi. Lo testimoniano i lunghi elenchi di re, le cosiddette liste reali, che gli scribi di ogni epoca si preoccupavano di mantenere e aggiornare in omaggio alla memoria del concetto stesso di regalità, al quale erano associati quello di giustizia sociale e mantenimento dell'ordine contro il caos. I re erano la speranza e la testimonianza vivente che il mondo era "ordinato" e tutto procedeva nella maniera dovuta. Alcuni di questi re li conosciamo solo per nome; di loro, infatti, mancano completamente fonti documentali che ne confermino l'effettiva esistenza. Di altri, invece, abbiamo testi che sembrerebbero confinarli più alla dimensione del mito che in quella della storia. Di altri ancora, invece, possediamo un numero esorbitante di documenti che ne attestano indiscutibilmente l'esistenza. A quest'ultimo gruppo, e primo nel mio immaginario per importanza storica e carisma, è sicuramente il fondatore della dinastia accadica: Sargon il Grande.
Giù il cappello di fronte ad uno dei più grandi sovrani della storia. Per chi non lo conoscesse, siamo di fronte ad un personaggio del calibro di Carlo o Alessandro Magno: una di quelle pietre di paragone con le quale, chiunque abbia mire "imperiali", deve fare i conti.
Visse a cavallo tra il 24° e il 23° secolo a.C. e diede avvio ad una delle più significative dinastie della storia vicinorientale.
Le sue origini sono leggendarie: figlio di una sacerdotessa entu (sacerdotesse vergini vocate alla cura del dio cittadino) e di padre ignoto(!?), venne abbandonato in fasce sulla acque dell'Eufrate in una cesta di vimini cosparsa di bitume (ricorda qualcosa?). Venne raccolto in seguito da un contadino, Aqqa, descritto come viticoltore o frutticoltore (A.BAL) e da lui cresciuto come un figlio.
La seconda fase della sua ascesa al potere ci è pervenuta in diverse versioni che, pur differendo in alcuni dettagli, concordano nel legarlo alla città nordmesopotamica di Kish. I testi lo indicano come coppiere (una sorta di primo ministro) del re Ur-Zababa il quale, in seguito ad alcuni sogni nefasti, decide di farlo uccidere per scampare ad una sorte infausta. Ovviamente il tentativo fallisce, Ur-Zababa muore o viene sconfitto (i testi non lo chiariscono) e Sargon diviene re di Kish.
Inizia quindi la fase espansionistica: Sargon sottomise tutte le città della bassa Mesopotamia, compresa la potentissima Uruk, guidata dallo storico re Lugalzaggesi (da leggere col la G dura, Lugalzagghesi).
In breve divenne, lui per primo, padrone incontrastato della valle tra i due fiumi. Non contento di ciò, riescì ad allargare il suo controllo, questa volta solo in senso commerciale, a tutta la Siria e l'Anatolia, giungendo a dichiarare di regnare dal "Mare Superiore" (il Mediterraneo) al "Mare Inferiore" (il Golfo Persico).
Fondò una nuova capitale, Akkad, in prossimità delle città di Sippar e Kish, lungo le rive del fiume Eufrate, ma i cui resti non sono ancora stati individuati.
Governò a lungo, pare per 56 anni (una cifra iperbolica, difficile da credere e non confermata da documenti ufficiali) combattendo fino ad età avanzata e reprimendo numerosi tentativi di rivolta.
La definizione ben rappresentativa di "Re della Battaglia" proviene da alcuni passaggi di un testo di tradizione paleobabilonese (19°-18° secolo a.C. e quindi successivo di diversi secoli a Sargon) conosciuto con il titolo in lingua accadica di šar tamkharim (Re della Battaglia), pervenutoci in svariate copie e lingue. Narra di una spedizione militare nei riottosi paesi anatolici per riportarli sotto il controllo commerciale accadico. Sembra che il testo non abbia un'effettiva valenza storica, e che l'impresa, se realmente avvenuta, sia da attribuire all'altra grande personalità della dinastia, Naram-Sin.
Naram-Sin era il nipote di Sargon, e così come quest'ultimo è passato alla storia come il prototipo del sovrano forte, giusto e devoto agli dèi, l'altro divenne sinonimo di re empio, ingiusto e debole. In realtà Naram-Sin non fu secondo all'antenato quanto a successi militari e capacità di governo; commise solo un errore: fu il primo uomo non egiziano della storia a divinizzarsi in vita. Ma questa è un'altra storia...
Ultima curiosità. Quella testa bronzea che si affronta nell'intestazione del blog pare essere il ritratto di un sovrano accadico. Non è ancora stabilito chi sia il personaggio ritratto. Sargon, "il Pio", o Naram-Sin, "il Maledetto"? In alto a sinistra la "Stele della vittoria" di Sargon, rinvenuta a Susa e conservata al Louvre.

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